Lo strappo con Barbara Berlusconi sembrava insabile, ma Berlusconi è riuscito a convincere l'amministratore delegato dei rossoneri a rimanere al timore
Un’era sembrava essere finita. Il Milan doveva pensionare il passato e il presente e preararsi ad entrare in un futuro ancora fumoso, fosco e pieno di insicurezze. Poi è entrato in gioco Silvio Berlusconi e Adriano Galliani dopo oltre 27 anni di gestione dei rossoneri ha deciso di rimanere al comando della barca rossonera.
BB – La grande sconfitta della vicenda è Barbara Berlusconi. Le sue dichiarazioni rilasciate all'Ansa avevano aperto la spaccatura dirigenziale. Il suo affondo aveva portato Galliani alle dimissioni. Voleva una posizione di maggior prestigio, voleva un nuovo Milan, diretto da nuove persone. Sarebbe stato rivoluzione. Ma fare un rivoluzione prima di un mercato di gennaio che più che riparatore potrebbe essere salvifico senza una guida esperta sarebbe stata follia. Quindi ecco il ritorno in scena di Silvio Berlusconi, le riunioni tecniche e l'allarme rientrato. Galliani resta. Lady B dovrà accettarlo a malincuore.
Grandi vittorie - D'altra parte durante i 28 anni di permanenza al Milan, l'ad ha regalato al club rossonero una stanza dei trofei tra le più ricche e assortite d'Europa. Dal 1986 a oggi il Milan è infatti riuscito a passare da una situazione traballante al limite della retrocessione ad alzare al cielo dei più importanti stadi mondiali, cinque Coppe Campioni, tre Coppe Intercontinentali, cinque Supercoppe Europee, oltre a otto scudetti e a una Coppa Italia.
Grandi Campioni – Nella sua carriera milanista Adriano Galliani con il suo fidato vice, Ariedo Braida sono riusciti a costruire i sogni di intere generazioni di tifosi. I primi furono Galli, Borgonovo, Donadoni, Bonetti, Galderisi, Massaro, stagione 1986-87, poi la gloria arrivò con i tre olandesi, Gullit-Rijkard-Van Basten e le vittorie di Sacchi e Capello. Nel frattempo venivano scoperti talenti come Zvonimir Boban, Dejan Savicevic, George Weah, Andrij Shevchenko e Kakà e venivano acquistati palloni d’oro come Papin e Roberto Baggio e grandi giocatori come Rui Costa, Leonardo, Seedorf e Pirlo. Proprio questi ultimi due saranno ricordati dai tifosi come i migliori colpi di Galliani, perché costati pochissimo, perché hanno dato ai rossoneri le ultime due Champions e soprattutto perché da bidoni all’Inter sono diventati campioni al Milan.
Cadute e delusioni – Come in ogni storia gli alti e bassi sono inevitabili. E a volte la testardaggine di far rivivere vecchi fasti ad ogni costo può provocare débacle roboanti. Esempio fu lo sbarco nel 1998 del trio oranje Bogarde – Reizinger – Kluivert, le decisioni di dare al Milan un gioco brasiliano ad ogni costo comprando spesso giocatori inutili come Oliveira, Roque Junior, Rivaldo, Claiton, oppure l’ostinazione di voler acquistare il miglior giocatore della Champions 2000, Fernando Redondo, nonostante un ginocchio che tutti sapevano essere già semidistrutto. Ma la pagina peggiore rimarrà comunque quella di Marsiglia del 1991 quando dopo un leggero blackout dell’illuminazione dello stadio, con il Milan sotto 1-0 al Velodrome, scese in campo per ritirare la squadra a causa di una presunta impraticabilità del campo. Risultato fu un 3-0 a tavolino e l’esclusione per un anno dei rossoneri dalle coppe europee.
Futuro – Lo scudetto e la Supercoppa del 2011 non saranno forse gli ultimi trofei della sua era. Il progetto di Lady B perònon è detto che si sia arenato. Dei cambiamenti ci saranno, ma nessuna rivoluzione. Paolo Maldini potrebbe entrare comunque nell'organigramma. Per Fenucci, Uva e compagnia bella invece ci sarà tempo per aspettare.
Giovanni Battistuzzi