In Corea del sud il figlio di Giuseppe porta il due con azzurro ad una storica medaglia 25 anni dopo del successo di padre e zio alle Olimpiadi di Seul.
Ci sono storie che non finiscono. Quella degli Abbagnale per esempio. Passano gli anni, cambiano gli interpreti, mutano i materiali e le acque, ma rimane quel filo conduttore che lega la canoa a questa famiglia di Pompei, quel filo conduttore che brilla sempre d’oro e di azzurro. Ora è toccato a Vincenzo, primogenito di Giuseppe, nipote di Carmine e Agostino, portare avanti le buone tradizioni di famiglia. Con un oro mondiale. Il primo.
Le origini della stirpe – Pompei si è detto, ma Castellamare di Stabia la base, il covo. In principio furono Giuseppe e Carmine. La barca il due con, ovvero due vogatori con un remo e un timoniere, ovvero fatica. Tredici anni assieme e due ori olimpici, un argento olimpico (ma c’era solo Carmine poiché a causa di un infortunio Giuseppe dovette abdicare in favore di Gioacchino Cascone), sette titoli mondiali, due argenti e un bronzo. La storia del canottaggio italiano. Tra tutti i successi però brilla di più l’oro di Seul 1988. La barca azzurra è forte, ma gli inglesi nell’equipaggio schierano Sir Stephen Redgrave, ovvero il più forte canottiere inglese, il migliore di sempre. Uno che dal 1984 al 2000 è riuscito a vincere 5 ori olimpici e 9 mondiali. In poche parole: sua maestà canoa. Sono loro i favoriti. La gara raccontò però qualcos’altro: fu un tripudio, un dominio totale, ma azzurro. Gli inglesi furono spazzati via dalle vogate dei fratelli, che con una partenza fulminante lasciarono sui remi tutti gli altri armi e si involarono verso l’oro, mentre Galeazzi in sala stampa impazziva dalla felicità.
Agostino iniziò dopo, vinse a Seul il primo oro, nell’otto con, mezzora dopo del successo dei fratelli in quello che fu probabilmente il momento più alto del canottaggio azzurro. Poi cinque anni fermo per una trombosi, infine il recupero della forma e altri due ori olimpici: ad Atlanta 1996 nel due di coppia, a Sidney 2000 nel quattro di coppia. L’italiano del canottaggio più vincente di sempre alle Olimpiadi.
La dinastia – Ora è toccato a Vincenzo, venticinque anni dopo l’oro del padre e dello zio. La barca è la stessa, il due con, l’acqua quasi. Siamo sempre in Corea del Sud, ma duecento chilometri più a sud: a Chungju. La gara è stata un dominio azzurro. Il nostro armo composto anche da Parlato e D’Aniello (timoniere) è partito bene, non fortissimo, ha controllato, poi a metà gara l’aumento di ritmo, l’accelerazione decisiva, la velocità in acqua. Seconda la Germania, favorita della vigilia, terza la Francia.
Ora l’oro olimpico. Rio è lontana ancora tre anni certo, c’è tempo, per ora è arrivato il primo oro mondiale. Il due con non fa più parte però delle discipline olimpiche, c’è quindi da costruire il futuro. Sperando che continui ad essere d’oro, proprio come fu per padre e zii.
Italia a medaglie – Giuseppe si commuove e Vincenzo se ne accorge soddisfatto: “Sono felice per aver vinto questo titolo mondiale – dice dopo aver ritirato la medaglia - un titolo che arriva dopo quello under 23. Ma sono anche emozionato per aver visto gli occhi di mio padre lucidi nel momento in cui mi ha fatto i complimenti. In un flash back – conclude - mi è venuto in mente che lui 25 anni fa era al posto mio in questa Nazione, ma alle Olimpiadi. Mi piace questa cosa che è come una sorta di passaggio di testimone, poiché ho vinto nella barca di mio padre”. Ma è tutto il canottaggio azzurro ad esultare. Ad oggi (il Mondiale si chiude questa sera) l’Italia è prima nel medagliere. Una bella soddisfazione per un movimento che ha saputo ripartire da zero dopo il fallimento di Londra 2012 e il solo argento conquistato nel due di coppia da Sartori e Battisti.
Oltre al successo nel 'due con', gli azzurri hanno ottenuto la medaglia d'oro anche negli 'otto pesi leggeri' (Petru Alin Zaharia, Catello Amarante, Simone Molteni, Leone Maria Barbaro, Stefano Oppo, Vincenzo Serpico, Francesco Schisano, Paolo Di Girolamo ed Enrico D'Aniello timoniere). Elia Luini e Martino Goretti hanno conquistato l'argento nei 'due senza pesi leggeri'. Due, infine, le medaglie di bronzo nel 'quattro di coppia pesi leggeri maschile' (Paolo Ghidini, Matteo Mulas, Andrea Cereda e Francesco Rigon) e nel 'quattro di coppia pesi leggeri femminile' (Greta Masserano, Enrica Marasca, Giulia Pollini ed Eleonora Trivella).