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DeGusto
12.09
Chi ha inventato il tiramisù?

Giù le mani dal tiramisù. Finora hai sempre pensato che fosse una specialità nata a Treviso, ma la sua origine comincia a farsi incerta e numerosi pretendenti ne rivendicano la paternità da Tolemzzo a Lodi. Ma chi ha inventato il tiramisù?

Per la storiografia ufficiale il luogo di nascita del tiramisù è Treviso e più precisamente il ristorante Alle Beccherie. A cavallo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 (forse ancora prima, nell’immediato dopoguerra) lo chef pasticcere Roberto “Loly” Linguanotto diede alla luce il primo delizioso tiramisù. Il cuoco preparò per la titolare del locale Ada Campeol, che aveva appena partorito il suo primogenito, un dolce energizzante che le permettesse di “tirarsi su” e conciliare l’allattamento del figlio con il lavoro nel ristorante. Per la sua ricetta si ispirò allo “sbatudin” (lo zabaione). Al classico composto di tuorlo d’uovo sbattuto con zucchero comunemente usato nelle famiglie contadine venete avrebbe aggiunto il mascarpone, creando un dolce più moderno.

Secondo altre fonti, però, il tiramisù sarebbe nato sempre a Treviso, ma ad un altro indirizzo: il ristorante Al Fogher, dove la signora Speranza Bon Garatti, cuoca sopraffina, utilizzò più o meno gli stessi ingredienti (mascarpone, uovo, zucchero e caffè), ma con alcune varianti: pan di Spagna al posto dei savoiardi e cioccolato grattugiato al posto del cacao amaro. Il dolce fu chiamato Coppa Imperiale al Fogher ed ancora oggi si trova in alcuni ristoranti. Chi si appella alle proprietà afrodisiache del tiramisù sostiene, invece, che il dolce sia stato inventato al El Toulà: all’epoca il ristorante era posto nei pressi di una casa chiusa e serviva il dolce a chi aveva bisogno di un supplemento di energia, prima o dopo un incontro amoroso.

Secondo una leggenda ancora più antica le origini trevigiane del tiramisù risalgono alla fine dell’800. Un oste fuori le mura di Treviso aveva ordinato una scorta di panettoni da Milano che però non riusciva a smaltire. Erano poco apprezzati dalla clientela, poco abituato a quello strano dolce milanese, una novità per i tempi nella Marca. Per renderlo più appetibile l’oste decise di affettarlo, intingerlo nel caffè e farcirlo con un mix di zabaione e mascarpone. Una notte, dopo uno spettacolo teatrale, passò nel locale un signorotto di Castelfranco che assaggiò il dolce e ne fu rinvigorito tanto da far bagordi per l’intera notte in osteria e esclamare che quella era un “dolce che tirava su”.

Il più serio sfidante al tiramisù trevigiano viene dalla Carnia. All’Albergo Roma di Tolmezzo in provincia di Udine nell’inverno tra il 1951-1952 Giuseppe Del Fabbro e la moglie Norma Pielli volevano creare un dolce al cucchiaio, leggero e ricostituente, per gli sciatori e gli escursionisti della montagna che soggiornavano nel loro hotel o che la domenica si fermavano nel bar. Nell’albergo si preparava un dolce chiamato Torino, da una sua variante che prevedeva al posto del burro il mascarpone e l’aggiunta del caffè nacque il tiramisù della Carnia. Sempre in Friuli anche a Pieris si dice che un dolce simile al tiramisù venisse servito nell'allora rinomato ristorante "Il vetturino", molto in voga negli anni '60 quando ospitava ai suoi tavoli personaggi famosi come Johnny Dorelli, Catherine Spak, Nino Benvenuti e Gino Bartali ma purtroppo chiuso negli anni '90. A preparare il "tiremesu" era Mario Cosolo, cuoco di straordinaria bravura che a soli 19 anni era diventato secondo chef a bordo della nave reale Savoia e aveva lavorato anche sui transatlantici della linea Trieste - Shangai.

Tra i due sfidanti, Treviso e Tolmezzo, si inserisce però un terzo incomodo: Lodi, dove esisterebbe una secolare tradizione nella produzione del mascarpone come prova a sostengo dell’origine lombarda del tiramisù. A Lodi nel 1770 Mozart ebbe modo di assaggiare un dolce al cucchiaio a base mascarpone e in tempi più recenti nel 1962 alla trattoria Genova venne portata una vaschetta di mascarpone con cui venne preparato un dolce con tutte le caratteristiche del tiramisù. Nel 1964 poi la cuoca Nicla Tanelli servì il dolce durante un banchetto organizzato dalla Banca Popolare di Lodi.

Ma non è finita qui. Ci sono anche due leggende più storiche sull’origine del tiramisù. Intorno al 1600, in occasione della visita di Cosimo II de Medici a Siena, venne preparato un dolce simile al tiramisù detto “Zuppa del Duca”. I pasticceri locali decisero di creare una torta che rispecchiasse la personalità del Granduca, un dolce goloso e importante, ma realizzato con ingredienti semplici. All’epoca il caffè era già arrivato in Europa, però non erano disponibili i Savoiardi, biscotti originari della Savoia, e il mascarpone, specialità lombarda facilmente deperibile. La ricetta del dolce senese quindi era un po’ diversa dall’attuale tiramisù anche se concettualmente affine. A Torino, invece, si dice che il tiramisù sia stato inventato in onore di Cavour per sostenerlo nell’impresa di unire l’Italia ed in effetti esiste ancora oggi il Dolce Torino (che servì di ispirazione per il tiramisù di Tolmezzo), fatto con uova, zucchero, burro (al posto del mascarpone), latte, savoiardi e cioccolato grattugiato. In alcune versioni torinesi del tiramisù i savoiardi vengono bagnati nell'alchermes o nel rosolio.
Per sapere chi ha inventato davvero il tiramisù bisognerebbe fare un test di paternità a questo punto o meglio darsi all’assaggio. 



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