Il 5 luglio da Leeds partirà la 101a edizione della corsa francese che mai come quest'anno sarà 'all'italiana'. Tanta salita, 6 arrivi in quota, e poca cronometro. Sarà l'anno dello Squalo?
Hanno tinto di rosa il Tour. Bastano poche parole per descrivere la corsa francese che prenderà il via da Leeds, Gran Bretagna, il 5 luglio 2014, un’edizione che sembra un anno zero dopo cento Tour nei quali la lotta per la maglia gialla era stata decisa da una sorta di cerimoniale standard, che prevedeva, con rare eccezioni, sempre le stesse pose, le stesse abitudini, gli stessi eventi su scenari differenti.
Novità da Giro – E invece l’edizione numero 101 sarà un unicum storico, qualcosa di diverso rispetto gli ultimi trent’anni. Adieu prologo, adieu cronosquadre, adieu calma piatta da velocisti per la prima settimana e soprattutto adieu maxi cronometro da passistoni. Nulla di questo troveranno i partecipanti che si contenderanno la maglia gialla sulle strade di Francia, ma un percorso nervoso, pieno di insidie, con spunti che sanno di Giro d’Italia. Un percorso che mai come il prossimo anno sarà dedicato all’innovazione, che darà spazio al colpo a sorpresa, all’impresa in salita, alla stoccata in punta di fioretto. Tre le assenze più evidenti. Non si partirà più contro il tempo, ma questa è una mezza novità dati i precedenti delle ultime edizioni; non ci sarà la cronosquadre, come già nel 2010 e nel 2012 per rimanere agli anni più recenti; non ci sarà una cronometro per veri specialisti e questa è una novità: l’unico appuntamento contro il tempo è alla penultima tappa, 54 chilometri assai vallonati e pieni di curve dove fare velocità è difficile.
Pavé e trabocchetti – Via tranquillo e volatona. Questo l’antipasto di Leeds, ma già dalla seconda tappa lo scenario cambia. Yorkshire, un manipolo di strade strette e movimentate, una collinetta dietro l’altra: nessuna pendenza impossibile, ma terreno buono per qualche imboscata. E poi ecco la quinta tappa. Basta il nome. Aremberg. Ovvero pavé, ovvero polvere o fango, ovvero rischi e possibilità di accumulare vantaggio o ritardo a seconda dei casi. Non bastasse questo la prima settimana di corsa si chiuderà con la vera tappa da Giro. è l’ottava, 161 km, arrivo a Gérardmer, tre salite negli ultimi 25 chilometri, tre strappi per creare la prima selezione, con l’ultimo dente di 1.8 km con pendenze medie oltre al 10%. Chi vuol far ballare potrà farlo.
Salite – L’alternanza Alpi-Pirenei vede quest’anno anticipate le prime rispetto alle seconde. Ma prima delle vette alpine ecco i Vosgi, ecco La Planche des Belles Filles, un muro di sei chilometri all’8.5% di pendenza media con gli ultimi cinquecento metri a oltre il 20%, un trampolino per dare una botta alla classifica dopo una tappa oltremodo vallonata nella quale dimenticarsi della pianura francese vista sino a questo punto. Un assaggio di quello che si vedrà dalla 13a tappa in poi. Saint-Etienne - Chamrusse, la montagna che domina Grenoble. La regione è quella Rodano-Alpi, il terreno è quello buono per sconquassare la generale, le pendenze quelle per mettere una mano sul Tour. Diciotto chilometri di ascesa per raggiungere i 1730 metri di questa località sciistica, la prima vera montagna della corsa gialla. L’indomani la Grenoble – Rissol, altri 177 chilometri di alta montagna con il Lautaret e l’Izoard prima della salita finale di 16.6 chilometri al 7% di media.
Pirenei decisivi – Bagneres de Luchon. Ovvero l’antipasto pirenaico. Oltre 220 chilometri con Portet d’Aspet, Col des Ares e Port de Balès per sgranchirsi le gambe prima della discesona finale. Si fa per dire. Poi Pla d’Adet, 10.2 km all’8% dopo aver scalato prima il Portillon, il Peyresourde e il Val Louron. Infine la Pau – Hautacam, la cima che domina Lourdes, con il Tourmalet prima della vetta finale. Benvenuti all’inferno. Ecco la tre giorni che deciderà l’edizione 2014 del Tour de France, ecco le ultime fatiche, quelle decisive, l’ultimo scenario della lotta per la maglia gialla. Sarà Nibali-Froome? Difficile dirlo nove mesi prima. Potrebbe succedere qualsiasi cosa, potrebbe addirittura essere determinante il pavé. Froome ne ha paura già ora, Nibali non si è espresso, è in vacanza, ma gongola. Le insidie sono tante, la salita pure. Sarà un Tour aperto a qualsiasi risultato, ma sarà risultato di salita e fatica. E attenti a Quintana, lui sa come mettere in difficoltà chiunque quando le pendenze si fanno irte. E quest’anno di montagne ce ne sono assai.