Ecco le speranze azzurre per il 2014. Diversi i neopro di qualità, qualche eccellenza e un vivaio che ritorna a sfornare qualche giovane sul quale poter contare.
uoto del cielo azzurro di quest'anno qualcosa si può iniziare a intravedere.
Chi arriva – La Cannondale, una delle due squadre World Tour con licenza italiana ha deciso di puntare forte sui giovani di casa nostra. Accanto a Peter Sagan, faro e punta di diamante dei verdi italo-americani, sono tre i neopro di belle speranze portati da Roberto Amadio nel mondo professionistico: Davide Formolo, scalatore, Alberto Bettiol, uomo da fughe e fatica con uno spunto veloce niente male, e soprattutto Davide Villella. Quest'ultimo potrebbe diventare un grande protagonista degli anni venturi, soprattutto nei grandi giri dato che oltre a possedere ottime doti da scalatore, si difende bene su tutti i terreni. E ha già il passo da pro: l'anno scorso in maglia Colpack (dilettanti) è riuscito ad arrivare terzo sia alla Coppa Sabatini, dietro a Ulissi e Pasqualon, ma davanti a Franco Pellizzotti, sia nel Giro dell'Emilia, vinto sempre da Ulissi questa volta su Chris Anker Sorensen.
Chi sprinta - Buone notizie anche dall'altra squadra World Tour italiana. La Lampre infatti punterà su Valerio Conti, uomo tuttofare, buono per ogni percorso, che potrebbe negli anni dire la sua su qualsiasi percorso e sullo sprinter Niccolò Bonifazio, una ruota veloce come da anni non se ne vedevano uscire dal vivaio azzurro. Ad affrontarlo tra i pro ci saranno anche i suoi grandi rivali nelle volate dilettantistiche Andrea Zordan, ingaggiato dalla Androni Giocattoli, e Nicola Ruffoni, che difenderà i colori della Bardiani. Niente male se si pensa che oltre a Viviani, e saltuariamente Modolo e Guardini il nostro Paese non offre granché.
Chi è chiamato al salto di qualità – Difficile però poterli vedere subito vincenti, nonostante le buone premesse. Ancora un anno senza risultati importanti quindi? Probabilmente no. Per tre motivi. In primis un nome che da anni promette e non mantiene mai del tutto: Giovanni Visconti. Il siciliano ha ormai trentun anni, non troppi ma abbastanza, ma dopo due anni di caduta verticale ha ritrovato fiducia in sé e potrebbe essere protagonista di una stagione da incorniciare. In secundis perché ci sono alcuni ex neopro con un anno di esperienza e le doti giuste per poter almeno provare a sfondare. Fabio Aru è alla corte di Nibali ma ha qualità da primi dieci nei grandi Giri, Mattia Cattaneo alla Lampre potrebbe, se assistito dalla fortuna, togliere a breve i gradi di capitano all'eterna promessa Cunego e Fabio Felline che, dopo anni di Androni, trova una formazione World Tour, la Trek, nella quale dimostrare tutte le sue qualità. E sono tante. L’ultimo motivo riguarda tre giovani che potrebbero fare il botto. Partiamo da Moreno Moser. Il trentino ha ventitré anni e nei primi due da professionista ha già raccolto sei successi, tra i quali spicca la vittoria alle Strade Bianche 2013. Ha numeri da campione, ma è stato discontinuo e poco convinto. Diego Ulissi compirà invece venticinque anni, inizierà il suo quarto anno da pro e nell'ultima stagione ha capito che può mettere le ruote davanti a tutti, perché è veloce e negli strappi non si stacca. Il 2014 potrebbe essere il suo anno. Infine c’è Enrico Battaglin. Nel suo palmares una Sabatini e una tappa al Giro d’Italia. Anche lui poco continuo, anche lui timido nei momenti decisivi, ma ha classe e spunto veloce. Non correrà quasi sicuramente le classiche del Nord perché è tesserato per la Bardiani, squadra agguerrita e sempre protagonista, ma non World Tour. È chiamato, come tutti a battere un colpo. Perché è il movimento tricolore che lo chiede, perché l’Italia fuori dall’élite del ciclismo mondiale è uno spettacolo che cozza con la storia sportiva di questo Paese.
Giovanni Battistuzzi