Colombia mi pasión. Il Giro d’Italia che partirà da Belfast il prossimo 9 maggio potrebbe vestirsi di giallo, rosso e blu e non più solo sulle vette alpine. Il tiro si è alzato e l’obiettivo è la maglia rosa. Con non poche possibilità di riuscita. A Uran e Betancour infatti oggi si è aggiunto ai pretendenti al successo finale oggi anche Nairo Quintana.

Sogno rosa - La conferma arriva dalla Spagna, casa Movistar: il folletto di Combita, che all’ultimo Tour de France è riuscito a mettere in difficoltà Chris Froome quando la strada si inerpicava, sarà il capitano unico al Giro d’Italia. “Preferisco che in questa fase di crescita Nairo affronti il Giro d’Italia perché – ha detto il team manager della formazione spagnola - pensiamo che sia una corsa particolarmente adatta a lui per migliorarsi in molti aspetti. Sarà infatti la prima volta che Nairo si presenterà al via di un grande giro come capitano della squadra. Naturalmente sulla nostra scelta ha influito la possibilità di poter contare per il Tour su  un capitano esperto e di sicuro affidamento come Alejandro. E alla Vuelta, corsa di primaria importanza per Movistar, li riavremo insieme”.

Lotta ispano-americana – Le già annunciate assenze dei due più forti interpreti delle corse di tre settimane, Nibali e Froome, non inficeranno però sullo spettacolo dato il già elevato numero di scalatori di primo rango che hanno confermato la loro partecipazione. Molto Sudamerica in griglia. Uran, secondo l’anno scorso, sarà il capitano della Omega Pharma, Betancour si dividerà i gradi con lo scricciolo lucano Domenico Pozzovivo, mentre Henao con Richie Porte. A provare a respingere l’assalto colombiano ci proverà un altro corridore di lingua spagnola, Joaquim Rodriguez, alla disperata ricerca dell’affermazione in una corsa a tappe dopo il 2° posto al Giro di due anni fa e al 4° all’ultimo Tour de France. Anche Cadel Evans sarà della partita. A trentasette anni suonati sarà per lui probabilmente l’ultima occasione per bissare il podio dello scorso anno.

Casa Italia – Gioventù ed esperienza. In due parole la fotografia della truppa tricolore al Giro 2014. Le speranze azzurre di successo saranno infatti affidate ad un tanto eterogeneo quanto ristretto gruppo di corridori che vede in Ivan Basso e Michele Scarponi i portabandiera, ma che potrebbe riservare qualche piacevole sorpresa. Il varesino della Cannondale vuole cancellare un 2013 incolore caratterizzato soprattutto dalla rinuncia all’ultima corsa rosa a causa di una ciste al sottosella e vorrebbe puntare a far bene al suo (probabilmente) ultimo Giro d’Italia. L’obbiettivo è vincere, difficile, più verosimile invece la corsa al podio. Per il marchigiano passato dalla Lampre all’Astana il Giro invece sarà l’occasione per riscattare i due quarti posti colti nelle ultime due edizioni. I pericoli per loro potrebbero però arrivare non solo dagli avversari, ma anche dai loro compagni di squadra. In rampa di lancio alla Cannondale infatti ci sono Damiano Caruso e Daniele Ratto, pronti a sostituirsi al capitano nella lotta alle posizioni buone qualora si presentasse l’occasione. Ma il vero cavallo di razza per il futuro è il gregario-non-gregario di Scarponi: Fabio Aru. Il sardo l’anno scorso ha accumulato chilometri ed esperienza, in salita, sulle Tre Cime di Lavaredo nell’ultima tappa alpina, ha fatto vedere di avere numeri non indifferenti, terminando quinto e quest’anno sogna di entrare nel ciclismo che conta dalla porta principale. E poi attenzione ad Ulissi. Il livornese non è uno scalatore puro, ma va forte un po’ ovunque e su di un tracciato difficile, ma non impossibile, come quello che partirà da Belfast potrebbe dire la sua. Forse non per la vittoria, ma ad un posto nei dieci potrebbe essere alla sua portata.

Giovanni Battistuzzi