Pole e vittoria per il pilota tedesco che ormai sembra imprendibile. Abbastanza bene le Ferrari, ma sempre lontane dalla prima posizione. Per Massa, quarto, parole d'addio.
È il regno della velocità. È Monza. L’unico Gran Premio sempre disputato nella storia della Formula Uno. È il Gran Premio d’Italia. Sembra però terra di Germania, terra di Sebastian Vettel. Per lui terza vittoria in carriera nel circuito che lo lanciò per la prima volta nell’albo d’oro mondiale. Era il 2008, lui aveva 21 anni e 73 giorni, il più giovane pilota a vincere un Gran Premio. Dietro al campione della Red Bull, la Ferrari di Alonso, che in tre giri recupera il ritardo in griglia, ma poi è costretto ad alzare bandiera bianca per manifesta superiorità della macchina rivale. Webber chiude il podio, giù dal quale resta Massa, autore di una delle migliori gare di questa stagione. Troppo poco però per un rinnovo: il nome del compagno di Alonso lo si saprà in settimana. Raikkonen in vantaggio. Hulkemberg dietro. Bianchi l’incognita che parte battuta. Chissà.
Partenza - Qualche goccia cade dal cielo. Tecnici e piloti con il naso all’insù; c’è chi spera nella pioggia, come Alonso che probabilmente solo sotto l’acqua potrebbe giocarsi la vittoria, chi nell’asciutto, come i due piloti Red Bull che non temono nessuno in condizioni di gara normali. C’è poi chi al tempo non si interesse come Raikkonen e Hamilton che partono rispettivamente 11° e 12° dopo la clamorosa eliminazione in Q2. I piloti entrano nelle vetture, il cielo si apre, qualche raggio di sole che però scompare subito. Sarà gara asciutta, sarà gara alla caccia di Vettel. Il tedesco della Red Bull, scatta forte e subito allunga, Webber pattina e si fa infilare da Massa, Alonso è un treno, ma rimane imbottigliato e gira alla prima chicane in quarta posizione. Dietro a loro Raikkonen, autore di una partenza eccellente centra Perez in frenata e rompe l’ala anteriore. Pit stop immediato per lui e strategia di gara stravolta. Gruppo compatto dietro ai primi cinque. Alla Roggia il secondo botto. Di Resta centra Vergne e chiude il suo weekend terribile.
Alonso rimonta – Terzo giro. Il campione spagnolo è quarto, davanti a lui Webber preceduto da Massa. Vettel allunga e cerca di chiudere il discorso mondiale. Al pilota della Ferrari bastano due giri di studio per capire dove poter superare. Variante della Roggia. Manovra decisa, aggressiva, corretta. L’australiano tenta di resistere nel ruota a ruota, ma in uscita dalla esse perde un metro e si fa sfilare. L’australiano non affonda, rimane in scia, prova anche il controsorpasso, ma Fernando rompe gli indugi, recupera i tre secondi che lo separavano dal compagno e all’ottavo giro si porta in seconda posizione con il brasiliano che lascia strada. Vettel però è lontano, distante, irraggiungibile. Il distacco aumenta inesorabilmente.
Il gioco dei pit-stop – Tempo di cambio gomma. Sebastian Vettel si ferma al 24° giro. Alonso resta in pista, cerca di recuperare qualcosa, ma al rientro in pista il tedesco gli rosicchia quasi un secondo a tornata. Massa invece lascia a Webber la terza posizione. E così sino all’arrivo, senza più altro sussulto, senza più altre emozioni se non fosse per Raikkonen e Hamilton che inanellano sorpassi su sorpassi, sbavature ed errori. Alla fine l’inglese terminerà nono dopo aver perso due posizioni per un errore alla Roggia, undicesimo invece il finlandese.
Mondiale – Sebastian Vettel primo con allungo. Alonso perde altri cinque punti e si ritrova a meno 51 punti dalla vetta. Hamilton è lontano, lontanissimo, ormai tagliato fuori. Il resto è ad anni luce di distanza. Il tedesco ha sette match point per il poker mondiale consecutivo. Cosa successa solo a Fangio, un secolo fa, e a Schumacher, che poi proseguì la striscia vincente sino a quota sette. Vettel ha però il tempo dalla sua.