Partono i Mondiali di nuoto di Barcellona. Per gli azzurri speranze d'oro dalla pallanuovo e dal fondo. Scozzoli il nostro miglior atleta, Tania Cagnotto pronta a stupire dal trampolino. E poi c'è il rebus dorso per Federica Pellegrini: medaglia o anno sabbatico?
L’acqua delle piscine è ancora immacolata, brilla dei riflessi biondi dei raggi del caldo del sole di Barcellona. Ieri presentazione, cerimonia d’apertura, sorrisi e lustrini. Oggi invece si fa sul serio: le prime medaglie, le prime gioie, delusioni, sconfitte, sorprese.
Le carrere e le ramblas della città catalana ospiteranno sino al 4 agosto il gotha del nuoto mondiale, ospiteranno i sogni e le speranze di atleti e tifosi, accoglieranno le vittorie e le debacle con la loro movida, con il bicchiere in mano che tanto c’è tempo domani per pensarci, al modo catalano insomma.
L’ultimo mondiale, Shangai 2011, per i nostri atleti fu un successo: nove medaglie e tante soddisfazioni; dai due ori di Federica Pellegrini nei 200 e 400 metri stile libero femminili, al trionfo del Settebello contro la Serbia campione uscente, ai tuffi di bronzo di Tania Cagnotto, sino all’argento di Martina Grimaldi nei 10 chilometri in acque liberi. Ovvero mare.
Fu proprio il mare a salvare invece in qualche modo il nuoto azzurro dallo zero nel medagliere e in pagella alle ultime Olimpiadi di Londra. Gli azzurri arrivarono a Londra con la volontà e la speranza di fare bene: poi si concentrarono sul gossip, sui problemi all’interno della spedizione, sui dissapori tra le troppe prime donne e la corazzata azzurra calò a picco. Fu Martina Grimaldi a fare bronzo e ad abbracciare l’unica medaglia. Poi cambiò tutto e non cambiò niente. Le teste pensanti della Federazione si sono scambiate le poltrone ma le idee sono rimaste quelle di sempre. Finite le Olimpiadi ecco l’anno zero. Il 2013. Si riparte, si cerca di lasciarsi il passato alle spalle e a programmare il futuro, che ha un solo nome: Rio 2016.
Poche le certezze per la spedizione azzurra. Federica Pellegrini poteva essere una, ma la nuotatrice di Mirano si concentrerà solo sui 200 metri dorso, oltre che sulle staffette. Tania Cagnotto proverà a centrare almeno una medaglia nei tuffi. Nel sincro dai tre metri con Francesca Dallapè sono già in finale con il secondo posto provvisorio. La bolzanina è chiamata al definitivo salto di qualità e ripetere la doppia medaglia di Roma 2009 potrebbe essere la risposta migliore ai critici.
Se Federica e Tania sono le donne da copertina, Martina Grimaldi, nella 10 km, e Alice Franco, nella 25 km, sono quelle di ferro, quelle da podio. Nuoto di fondo, mare aperto, sperando che l’azzurro dell’acqua si trasformi in oro. Valerio Cleri (oro nella 25 km a Roma 2009) e Simone Ruffini possibili outsider in campo maschile.
Tornando alla piscina viviamo tra le onde di rendimento dei nostri big. Pensionati i vari Rosolino, Brambilla, archiviati i Magnini e Marin, ultimamente bravi soprattutto ad entrare nelle cronache rosa, ecco i giovani, che nel nuoto vuol dire possibilità di medaglie, ma anche di scottanti delusioni. Scozzoli a parte certo. Il ranista di Lugo proverà a competere per la doppietta sui 50 e sui 100 metri, impresa che gli è riuscita a Chartes l’anno scorso nei Mondiali in vasca corta. Tra gli altri da segnalare Gregorio Paltrinieri per i 1500 metri stile libero che potrà lottare per il bronzo e forse per l’argento. Infine ecco Ilaria Bianchi. 23 anni, pronta a stupire tutti nei 50 e 100 metri a farfalla.
Il resto sarà soprattutto pallanuoto: oro a Shangai 2009, argento alle Olimpiadi di Londra 2012 insegue il secondo oro consecutivo a Barcellona. Difficile, Serbia e Ungheria sembrano più forti di noi, Montenegro, Croazia e Stati Uniti sono mine vaganti. Alessandro Campagna, il ct azzurro, però è abituato ai miracoli e non il Settebello lotterà sino all’ultimo per continuare il momento magico.