Affacciato sullo splendido panorama del Montello e del Grappa, San Zenone è un borgo famoso non solo per la bellezza e la tradizione, ma anche per il lato più tetro, legato alla leggenda dei crudeli Ezzelini.
Affacciato sullo splendido panorama del Montello e del Monte Grappa, San Zenone è una cittadina famosa non solo per la sua bellezza e la sua tradizione, ma anche per il suo lato più tetro e cioè quello legato alla leggenda dei crudeli Ezzelini. Sulla collina adiacente alla città sorgeva il castello del tiranno Ezzelino III, che venne raso al suolo dopo la sua morte. Con Ezzelino vivevano anche il fratello, Alberico e la sorella Cunizza. Si dice che Ezzelino fosse talmente perfido che fece sterminare completamente la famiglia di Alberico il quale fu trucidato senza pieta con la moglie e i sei figli maschi e le due femmine. Ezzelino, inoltre, è ricordato per la crudeltà con cui usava trattare le persone cosiddette “normali”. La storia vuole che abbia fatto murare le prigioni non curandosi della fatale sorte degli uomini, donne e bambini che aveva deciso di rinchiudervi. Vuole la leggenda che le grida di questi poveri esseri umani si sentissero fino a valle e che da quel momento in poi le loro anime sarebbero state costrette in eterno a gridare dolore e paura. Sulla cima di quel colle insanguinato vagherebbero anche le anime dannate di Alberico e di Ezzelino. Il primo continuerebbe a non darsi pace per non essere riuscito a salvare la sua famiglia. Il secondo, invece, per la sua crudeltà senza scrupoli sarebbe un dannato per natura, non a caso Dante nel suo capolavoro “La Divina Commedia”, lo sbattè all’inferno. L’unico spirito buono e non sofferente di tutti, sempre secondi i dialetti del posto, sarebbe quello di Cunizza, la cui anima sarebbe immersa in una danza perenne tra I pini ed I cipressi al canto del suo amato poeta.