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25.08
Moto Gp: Marquez fa il vuoto anche a Brno e avvicina il Mondiale

Festa spagnola in Repubblica Ceca: il ragazzino della Honda precede Pedrosa e Lorenzo. Valentino Rossi quarto, ma distante dai primi.

Quattro di fila. Una dietro all’altra, tutti gli altri dietro, ad inseguire. Marc Marquez. Il ragazzino terribile, il Prescelto. In testa al mondiale della Moto Gp come mai nessuno alla sua età. Il più giovane a fare filotto di quattro. Un parola: incredibile.

E sì che Jorge Lorenzo c’ha provato a lungo a rifare sua Brno. Ha cercato la fuga, ha tentato di mettere tutti in fila. Qualche giro, poi le gomme della Honda entrano in temperatura e Marquez e Pedrosa recuperano, si rifanno sotto, attendono. E la gara si addormenta. Se non fosse per Crutchlow che si stende e lascia sull’asfalto ceco le proprie velleità di podio, per altro limitate ad una speranza e niente più, le emozioni sarebbero a zero. Peccato per l’inglese che era riuscito a partire in pole, la seconda della sua stagione, cosa che non succedeva da 34 anni per un britannico, da Barry Sheene, 1979.

Il torpore scompare sette giri dalla fine; Marquez si incolla alla posteriore di Lorenzo e lo passa, gomma fumante, in un cambio di direzione sinistra destra. Lo spagnolo della Yamaha però non molla, non perde un metro e gli rende il favore dimenticandosi di frenare nella curva che immette sul rettilineo finale, una staccata da paura, da fuori di testa vero. Il ragazzetto impertinente dietro e gerarchie che sembrano essere ristabilite. Sembrano. Appunto. Stessa curva del primo sorpasso. Due giri dopo. Stessa scena. Marc finta l’esterno, poi si butta all’interno, Lorenzo non molla, si affianca, carena carena, tocca il freno, lo lascia passare: primo il giovanotto, dietro il campione del mondo. Pedrosa alle loro spalle, spettatore a 200 all’ora. Il resto è distante, lontano, quasi umano. Bautista che lotta con Rossi; Bradle ad inseguire i due; le Ducati a far gara tra loro, ad anni luce dalle prime posizioni.

Il finale di gara è una pioggia rinviata e un assolo Honda. La bandiera bianca (quella che da la possibilità ai piloti di cambiare moto per prendere quella con assetto da bagnato) viene sventolata, gocce che cadono dal cielo e che inumidiscono la pista, ma sono solo un intermezzo: nulla cambia e la gara arriva al termine. Regolare. Marquez va a stravincere, Pedrosa mette le ruote davanti a Lorenzo e accelera quasi a riprendere il capoclassifica. Ma è tardi. Il Prescelto vince, Camomillo secondo, re Jorge terzo. Dietro Rossi, finito a quasi un secondo da Bautista per un sorpasso sbagliato, recupera di rabbia lo spagnolo e rovina, si fa per dire, la festa spagnola: tre nei primi quattro, invece della cifra piena e tonda. Cose che accadevano anche a casa nostra qualche anno fa.





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