Domani alle 18 il via con Verona-Milan. La caccia ai bianconeri è aperta con Napoli e Fiorentina in pole position per una stagione d'alta quota
Finalmente si parte. Da domani scherzi a quota zero e i primi tre punti in palio. La Serie A 2013-2014 inizierà alle 18 del penultimo sabato agostano con l’anticipo Verona-Milan tra i musi lunghi delle mogli ancora in vacanza.
Juventus su tutti - La squadra allenata da Conte riparte con i favori del pronostico e non potrebbe essere altrimenti. Due scudetti consecutivi, un impianto di gioco collaudato, tre rinforzi di primo piano che hanno coperto, almeno apparentemente, i pochissimi buchi d’organico che avevano i bianconeri nelle passate stagioni. E infine Tevez. L’apache non solo è il cosiddetto top player che la squadra di Torino cercava da due anni a questa parte, ma, inglesismi a parte, l’argentino sembra essere l’attaccante perfetto per il gioco di Conte. Mobile, tecnico, dal buon tiro e dall’ottimo senso della posizione, Carlitos ha tutto per poter sfruttare la trama di tagli, lanci ed inserimenti che l’allenatore salentino disegna a Torino.
Difficile che sia un lungo assolo bianconero però. Le rivali ci sono, sono agguerrite e soprattutto non sono state a guardare durante quest’estate di trattative e sogni di calciomercato. Fossimo in una favola il Napoli sarebbe l’antagonista, la Fiorentina il terzo incomodo, il Milan il disturbatore, l’Inter e la Lazio le non invitate al ballo, la Roma la strega cattiva che tutto può se solo avesse voglia.
Le antagoniste - Gli azzurri hanno cambiato tanto, dalla panchina al campo. Finita l’epoca Mazzarri ecco iniziare quella Benitez. Salutato il Matador Cavani (andato al Psg per 64 milioni), ecco arrivare il Pepita, al secolo Gonzalo Higuain. Il tecnico spagnolo taglia col passato: schiera la squadra a quattro dietro, ingrana la trazione offensiva davanti, schierando tre trequartisti dietro alla punta argentina. Rispetto al 3-5-2 del tecnico livornese, una rivoluzione.
La Fiorentina invece gioca per la storia. Montella ha avuto il regalo Gomez per completare il suo giocattolo. Certamente la partenza di Stevan Jovetic lascerà un grosso vuoto, ma il ritorno il campo di Giuseppe Rossi, le accelerazioni di Cuadrado e la conferma in toto del trio Aquilani-Borja Valero-Pizarro saranno il trampolino di lancio per poter puntare alla Champions. E se arrivasse un portiere credibile, perché no, pure alla scudetto. Anche perché gli arrivi di Ilicic, Ambrosini e Joaquin regalano al tecnico una panchina un po’ più lunga, condizione essenziale per un campionato d’altissima quota.
Da non sottovalutare – Milan quarta forza? Sì, ma forse anche di più. Non che il mercato abbia rinforzato particolarmente i rossoneri, ma il positivo finale di stagione dello scorso campionato, l’attacco forse più forte della Serie A e l’arrivo di un centrocampista di corsa e piedi come Poli hanno rilanciato l’entusiasmo tra i diavoli. E ancora non è finita: Honda potrebbe arrivare, a patto che il Cska trovi un sostituto al giapponese. La difesa rimane il tallone d’Achille: Mexes e Zapata non hanno alternative e il reparto esterni necessiterebbe di un innesto se Antonini partisse. Si parla di Sakho e Rubin, ma il vero colpo sarebbe Astori. Le speranze però sono ridotte al lumicino. Per tutti e tre.
Uno scalino sotto ecco Lazio e Inter. I biancoazzurri sarebbero al livello del Milan se non fosse per le quattro scoppole prese dalla Juventus in Supercoppa e per le fatica d’ambientamento di Biglia. Il doppio regista non funziona, Klose sembra impacciato e stenta a sgasare, i due centrali oltre all’esperienza sembrano dare poco altro. Ma è presto per tagliarli fuori per la lotta Champions. L’Inter invece vive in una bolla di sapone: fragile e distaccata dal mondo esterno. Mazzarri ha lavorato tanto e bene, ha cercato di dare un’anima alla squadra, ma la mancanza di esterni e la sovrabbondanza di centrali azzannacaviglie potrebbero tarpare le ali ai nerazzurri. Mancano due esterni e una punta. E con urgenza. Se arrivasse Eto’o la curva impazzirebbe, Mazzarri esulterebbe, la squadra se ne gioverebbe. E sarebbe più dolce pure l’ormai prossimo passaggio di consegne societarie e il saluto a Massimo Moratti.
Chi guarda in alto, chi non vuole sprofondare – Il grande cono d’ombra dietro a chi punta all’Europa è come sempre un ambiente variegato e di difficile lettura. E la Roma di Garcia ci entra a piè pari. Non per pochezza d’organico, ma per confusione nelle scelte. De Sanctis, Maicon, Gervinho, Benatia e soprattutto Strootman sono acquisti buoni, ma l’addio a Osvaldo, quello a Marquinhos (per altro iperpagato) e quello possibile se non certo a Lamela, lasciano i giallorossi allo stesso livello dell’anno scorso, con molta confusione in più e un certo vuoto in avanti. Totti, Gervinho, Destro, Caprari e Tallo non bastano nemmeno numericamente per una stagione decente. Matri e Ba costano, Adrian è un sogno, Bueno è andato. C’è da acquistare, farlo in fretta e soprattutto cercare di farlo bene.
Le altre sono soprattutto Parma, Genoa e Sampdoria. I ducali possono essere la sorpresa. Donadoni ha per le mani una formazione convincente, un mix di giovani e giocatori esperti che può raggiungere cime elevate; sempre che Cassano si dimostri all’altezza e i suoi compagni lo agevolino nella corsa. Anche le genovesi si sono rafforzate, ma un campionato d’alta quota è ancora un miraggio. A meno che Gabbiadini perda l’etichetta di promessa e diventi realtà e Kristicic e Obiang trovino costanza. Per i rossoblù le cose invece sembrano più difficili. Ma se Lodi si conferma, Perin matura e Gilardino segna…
E poi c’è l’Udinese che ha cambiato poco, quasi nulla, che ha tenuto Di Natale e Guidolin e che, come tradizione dirà la sua. Con un occhio sempre concentrato sull’Europa, quella futura, non quella presente che sembra ormai compromessa.
Dal Catania in giù invece sarà lotta salvezza. Qualche squadra potrebbe uscirne presto, Atalanta e Bologna su tutte. Alcune sembrano più attrezzate delle altre, i siciliani e il Torino ad esempio. Altre sembrano destinate a salutare, come il Livorno e il Verona. Ma è solo agosto, il mercato è ancora aperto, per quanto difficile ormai aspettarsi rivoluzioni, e il campionato non è ancora iniziato. Da lunedì se ne capirà certamente di più.