Dopo la pandemia, l'edizione del 2022 di Vinitaly segna il pieno rilancio della manifestazione. Fin dal primo giorno d'apertura è apparso evidente che i dubbi sulla partecipazione di produttori, buyer e sommelier erano infondati. C'è tanta voglia di ritornare ad incontrarsi per discutere di vino, fare business e degustare ottimi calici. Vinitaly ha rappresentato tutto questo, confermando anche il successo della formula che vede la fiera riservata agli operatori del settore e Vinitaly and the City, nel centro storico, per i winelovers.
Vinitaly 2022 ha visto la partecipazione di 88.000 operatori. 25.000, il 28% per totale, provenivano dall'estero (139 diversi Paesi). Mai l'incidenza dei buyers stranieri è stata così alta sul totale degli ingressi, a testimonianza di una manifestazione sempre più internazionale. Presenze che avrebbero potuto essere ancora più alte se ci fossero stati anche i cinesi e i russi. Quello degli americani, invece, è stato un ritorno in grande stile con la giornata di inaugurazione rivolta proprio al mercato nordamericano.
Un trend sempre più evidente al Vinitaly è quello delle bollicine. Ormai quasi ogni regione e quasi ogni cantina hanno una linea dedicata al metodo classico o al metodo charmat. Altra conferma della manifestazione è stato il settore Mixology. Negli ultimi anni, l’arte della miscelazione di bevande alcoliche, in cui trova spazio anche il vino, ha affascinato bartenders di tutto il mondo e professionisti alla continua ricerca del bilanciamento dei sapori, facendo crescere l’interesse per il comparto più vivace della cultura del bere con gusto.
È stato positivo l'esordio a Vinitaly degli orange wine, i vini bianchi macerati prodotti in modo sostenibile.